Non si può dire di conoscere veramente un luogo se non se ne conosce l’origine, la storia e gli avvenimenti che l’hanno reso quello che è. Austis è un borgo del centro Sardegna frequentato già in tempi antichissimi che ha visto il suo ruolo cambiare ed evolversi sempre più nei secoli.
Primi insediamenti nuragici
Austis fu frequentato già in epoca prenuragica come testimonia la presenza del dolmen Perda Longa nella località omonima e i quattro nuraghi del territorio (Lughia, Turria, Istecorì e Lattallò) purtroppo oggi non visitabili perché caduti già nei primi anni del 1900 o perché siti in proprietà private come il nuraghe Istecorì. Altri ritrovamenti che testimoniano il passaggio della civiltà nuragica nel paese di Austis sono una tomba dei giganti in località Carale e la segnalazione di numerosi resti di manufatti ceramici e litici di età nuragica in località Cabitza Marzane. Gli studiosi affermano che è possibile che altri resti della civiltà nuragica non siano ancora stati portati alla luce o che non sia più possibile rinvenirli a causa dei lavori di bonifica fatti sul territorio.
Le origini romane
Dal punto di vista urbanistico, però, Austis nacque in epoca romana come luogo di stazionamento militare lungo la strada romana più importante dell’isola, la “Karalibus Olbiam per Mediterranea”, che da Cagliari portava a Olbia. Anche grazie a questo sappiamo che la Sardegna fu abitata già in età augustea come testimonia lo stesso nome di Austis che è una contrazione del nome latino Augustis, un chiaro e inequivocabile riferimento all’imperatore romano Augusto.
Ma non è solo il nome Austis a ricordare queste origini. Recenti ritrovamenti archeologici hanno evidenziato che nel paese ci sono tracce di un insediamento di origine augustea sviluppatosi nel corso dell’età Giulio-Claudia e sopravvissuto fino al medioevo. Questi resti sono: importanti iscrizioni latine, sarcofaghi, anfore, gioielli e vari utensili ritrovati soprattutto nel territorio “Perda Litterada”, oggi conservati alcuni nei maggiori musei della Sardegna e altri che verranno esposti nella futura Casa della Memoria di Austis. Il territorio di Perda Litterada, secondo alcuni testi storici, aveva un’importanza centrale a quei tempi, infatti era il luogo destinato alle sepolture dei militari, dei liberti e dei bambini.
Il fatto che fossero presenti dei bambini fa desumere che il territorio, nato come stazione militare, divenne poi un piccolo aggregato rurale (in latino “villae”) abitato da uomini e donne. Proprio per questo possiamo dire che la determinazione di Austis come centro abitato avvenne già in epoca romana.
Da vedere ad Austis
Dal Medioevo a oggi
Con la caduta dell’impero romano, anche Austis passò da essere una fiorente colonia romana a piccolo dipartimento del Giudicato d’Arborea. In particolare durante il medioevo il paese fu legato a Santa Maria di Bonarcado e all’ordine dei Camaldolesi che gestivano ad Austis la chiesa dedicata a Sant’Agostino, al tempo l’unica chiesa del territorio autorizzata a praticare il battesimo. La chiesa fu abbandonata poi verso la fine del 1500 quando venne costruita l’attuale chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, che oggi si trova nel centro del paese. Si pensa che dopo l’abbandono, la chiesa di Sant’Agostino divenne una mansio civilis dove i missionari cattolici partivano per diffondere il cristianesimo tra i barbaricini; oggi però di quella chiesa non esiste più traccia visiva ma solo scritta nei documenti storici.
Dal medioevo in poi Austis visse diverse dominazioni, nel 1407 appartenne alla Barbagia di Ollolai e, più in particolare, era il capoluogo della curatoria di Austis che comprendeva anche i territori di Teti e Tiana. Successivamente entrò a far parte del Regno Catalano nel 1420 e poi divenne marchesato di Oristano nel 1461. Da quel momento grandi uomini della storia sarda presero possesso del territorio come Leonardo de Alagon, Pietro Pujades, Matteo Arbosich e Bernardino Cervellon. Per oltre duecento anni, dal 1607 al 1807, Austis fu una Signoria del Regno di Sardegna guidato dai Savoia. Con la soppressione del sistema feudale nel 1839 gli Amat presero il possesso del territorio e Austis divenne a tutti gli effetti un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Dal 1850 fino alla seconda guerra mondiale la vita trascorse lentamente e senza grandi sconvolgimenti. Oggi il paese di Austis, politicamente e amministrativamente, si trova in Provincia di Nuoro e fa parte della Comunità Montana del Gennargentu-Mandrolisai e territorialmente si considera parte integrante della Barbagia di Ollolai.
Il fenomeno dell’emigrazione
Il fenomeno dell’emigrazione colpì tanti paesi del centro Sardegna, tra cui ovviamente anche Austis. In questo piccolo centro barbaricino è possibile individuare tre forme migratorie principali, due standard e in linea con gli altri territori italiani e una atipica. La prima grande emigrazione della comunità fu negli anni ‘50 e si indirizzò all’estero, in particolare in Belgio e Germania. In tutta Italia, con l’apertura delle frontiere, si favorì la circolazione libera della manodopera verso i paesi più industrializzati del nord Europa. Ad Austis gli emigranti erano per la maggior parte agricoltori spinti dalla crisi della cerealicoltura. Negli anni ‘60 si sviluppa un secondo flusso migratorio che questa volta si indirizza verso le città industriali d’Italia e della Sardegna. Dopo gli anni 70 però, con l’abbandono della transumanza, nasce un flusso migratorio che vede i pastori del centro Sardegna e in particolare di Austis, partire per investire capitali nelle terre toscane lasciate libere da chi ha abbandonato la campagna per la città. Nell’arco di 30 anni quasi 300 persone del nostro paese partirono e stabilirono la loro residenza in Toscana. Questo comportò uno spopolamento del paese che ci porta oggi ad avere meno di 800 residenti.
I quartieri storici di Austis
Il centro abitato di Austis un tempo era suddiviso in vicinati di cui è possibile trovare traccia ancora oggi nelle insegne delle vie del paese. Ogni rione aveva una caratteristica particolare che dava ai suoi abitanti un senso d’appartenenza e di comunità che ancora oggi vive nei cuori degli austesi. Alcuni quartieri, soprattutto a livello locale, sono ancora chiamati con i loro nomi originari come Marcalai, Santu Zueni e Su Molinu ‘etzu. Altri rioni invece fanno parte dei racconti di storie e leggende antiche e suggestive come Santu Austinu e Pastoreddu.
Esplora tutti i vicinati storici di Austis grazie alla carta dei vicinati degli anni 1000 a cura di Francesco Rondoni.